Iraq


Rapito un altro sacerdote in Iraq
Padre Douglas Al Bazi è il parroco della chiesa cattolica caldea di Mar Eliya a
Baghdad e dalle 10.00 di domenica 19 novembre non ci sono più sue notizie. I
suoi cellulari sono staccati e nessuno, neanche al Patriarcato Caldeo, sa niente
di lui, che a quell’ora ha lasciato la chiesa in macchina e senza scorta. La
notizia, confermata la stessa sera della sua sparizione da una fonte certa, ha
gettato nello sconforto la comunità cristiana irachena. Padre Douglas è il
quarto sacerdote caldeo rapito a Baghdad nel giro di cinque mesi e, sebbene gli
altri rapimenti si siano risolti con il rilascio degli ostaggi, è ancora fresco
il ricordo della barbara uccisione di Padre Paul Iskandar, sacerdote siro
ortodosso rapito a Mosul lo scorso ottobre ed ucciso il giorno dopo il suo
sequestro. Un rapimento, quello di Padre Paul, apparentemente inspiegabile se
non alla luce della ondata di violenza che sta sempre più avendo come vittime i
cristiani e specialmente i loro simboli: i sacerdoti. Le richieste fatte dai
rapitori di Padre Paul erano state due: che la chiesa siro ortodossa dichiarasse
pubblicamente il suo disaccordo con le parole che Papa Benedetto XVI aveva
pronunciato a settembre nell’ormai famoso “discorso di Ratisbona” considerato da
molti offensivo verso l’Islam, ed un ingente somma di denaro come riscatto.
La prima richiesta fu esaudita subito e più di 30 cartelli di “sconfessione
“delle parole papali furono affissi all’esterno delle chiese ortodosse, mentre
per la richiesta del riscatto non fu dato neanche il tempo di racogliere il
denaro. Il corpo di Padre Paul fu infatti ritrovato il giorno dopo con la testa
e gli arti spiccati dal tronco.
In una tale atmosfera la notizia della sparizione di Padre Douglas è quindi
particolarmente preoccupante. Padre Douglas, giovane e molto attivo, era già
stato toccato dalla violenza che insanguina Baghdad. Il 29 gennaio scorso era
scampato ad un attentato alla chiesa di cui era allora parroco, Mar Mari, nella
zona settentrionale di Baghdad, (http://baghdadhope.blogspot.com/2006_01_01_baghdadhope_archive.html)
ed il 23 febbraio era rimasto ferito da una pallottola vagante esplosa da uomini
armati che in alcune auto in corsa avevano preso di mira la stessa chiesa.
(http://baghdadhope.blogspot.com/2006/02/violenze-in-iraq-colpito-sacerdote.html)

Viva preoccupazione è stata espressa da Don Fredo Olivero, direttore
dell’Ufficio Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino, subito informato
telefonicamente dell’accaduto. Padre Douglas Al Bazi, infatti, è stato più volte
ospite a Torino ed è il referente iracheno del progetto di sostegno a dieci
sacerdoti caldei di Baghdad promosso dall’UPM.
A Baghdad, oltre ad essere parroco della chiesa di Mar Eliya, Padre Douglas è
Direttore dell’Istituto di Catechesi annesso al Babel College, l’unica facoltà
teologica cristiana in Iraq.

# posted by baghdadhope @ 10:16 PM
 


 

“L’allontanamento da Dio ha causato spargimento di sangue, ed è necessariotornare a Lui e fare la Sua volontà perchè Egli restituisca all’Iraq,
il paese di Abramo, la pace,la tranquillità e la sicurezza, e perchè l’amore, la fratellanza e la concordia regnino tra tutti gli iracheni ed in tutto il mondo.
Che il buon Dio ascolti ed esaudisca le nostre suppliche”
Emmanuel III Delly,Patriarca di Babilonia dei Caldei

primo agosto 2004
attentati alla chiesa Caldea di San Paolo ed altre quattro chiese a Baghdad,
si è assistito ad una fuga dei cristiani iracheni verso l’estero o verso le
zone del nord del paese – l’allora Ministro ell’Emigrazione e degli
Sfollati, la cristiana Pascale Isho Warda, aveva parlato di 40.000
persone
16 ottobre 2004
attentati alle chiese della capitale
8 novembre 2004
attentati alle chiese della capitale

7 dicembre 2004
Mosul, sono state distrutte la sede del
vescovado caldeo ed una chiesa armena.
8 gennaio 2005.
Baghdad due monaci caldei del Monastero situato a Dora, nella parte
meridionale della capitale, sono stati rapiti
17 gennaio 2005.A
distanza di 10 giorni dal rapimento lampo di due monaci caldei a Baghdad
Monsignor Basel George Casmoussa, 67 anni, è stato rapito mentre era in
visita ad una famiglia di fedeli
29 gennaio 2005
una serie di attacchi concertati e distanziati tra loro di pochi minuti
l’uno dall’altro hanno colpito diversi edifici di culto a Baghdad ed
a Kirkuk.
6 marzo 2006
l’auto che trasportava il Vescovo Caldeo, nonché Patriarca Vicario,
Monsignor Shleimun Warduni, è stata colpita nei pressi della sede
patriarcale nel centralissimo quartiere di Al Mansour, da soldati americani
che hanno fatto fuoco colpendone le gomme.
6 marzo 2006
Colpito a Baghdad seminarista caldeo,Ivan,un giovane seminarista
caldeo stava rientrando nel Seminario minore caldeo, nel quartiere
settentrionale di Al Suleikh, quando un colpo di mortaio è caduto proprio
davanti la porta del seminario, nel cortile interno, aprendo un grosso buco
sul selciato e distruggendo la parte posteriore dell’auto in cui il
seminarista si trovava.
22 aprile 2006.colpito
P.Douglas sacerdote caldeo referente dei progetti di cooperazione con
i caldei
15.07.2006
i rapitori hanno chiesto 200.000 $ a Padre Raad Washan Sawa
sacerdote cattolico caldeo di Baghdad che è stato liberato oggi dopo un solo
giorno di prigionia
15.08.2006
subito dopo la Santa Messa per la celebrazione della festa
dell’Assunzione, Padre Saad Sirop Hanna
sacerdote della chiesa cattolica
caldea di Saint Jacob, nel quartiere
meridionale di Dora,è stato rapito a Baghdad. Sarà rilasciato dopo un mese.
16 .09.2006
Padre Basel Salem Yaldo, sacerdote cattolico caldeo, è stato rapito a
Baghdad il e rilasciato dopo 48 ore.
7 .09.2006
una bomba è esplosa davanti al convento delle suore caldee adiacente alla
chiesa cattolica caldea di Saint Paul, a Zafaraniya, a sud di Baghdad.

Il Mir in Sicilia dal 2003 agli inizi della seconda guerra in Iraq ha preso contatti con le comunità cristiane[i]
della città di Baghdad.
L’iniziativa nasceva dalla necessità di trovare un credibile interlocutore nel momento in cui tutte le ONG e la croce rossa abbandonavano una
città in procinto di essere bombardata.
In quel momento l’unico interlocutore che siamo riusciti a trovare sono state le chiese cristiane da sempre presenti in Iraq.
Il primo contatto è stato con il patriarcato latino, in quanto l’arcivescovo Mons. Jean Benjamin Sleiman[ii]
fa parte dell’ordine dei carmelitani scalzi.[iii]
Questo ci ha permesso di raggiungerlo tramite gli uffici romani della curia generalizia dei carmelitani.
Inizialmente il tramite è stato P.Ernest Zielonka e successivamente P. Damazo Zuazua, responsabili per le missioni dell’ordine.
Così durante la guerra abbiamo gestito un blog di informazioni tramite le informazioni che giungevano dai telefoni satellitari della nunziatura apostolica (http://cristianiabaghdad.blogspot.com/).

Successivamente, grazie ad una collaborazione con l’ufficioper i migranti dell’arcidiocesi di Torino, abbiamo avuto maggiori
rapporti con le comunitàcaldee[iv] (70% del totale dei cristiani in Iraq).
Il 16 settembre 2003 si è svolto un incontro con Mons.Warduni vescovo ausiliare caldeo[1] di Baghdad, promosso a Palermo dal Movimento internazionale della
Riconciliazione insieme al centro missionario diocesano dell’Arcidiocesi di Palermo, cui hanno partecipato rappresentanti di diverse realtà ecclesiali ed
associative e sindacali.
Durante la conferenza è stato ricordato il ruolo e la storia della chiesa irachena, l’attenzione alle sofferenze della popolazione connesse allo stato di guerra. Il MIR presentato le proprie iniziative per la ricostruzione dell’asilo nido “casa dei bambini” del quartiere di Dora a Baghdad, tramite le strutture missionarie dei carmelitani scalzi.Progetto parzialmente finanziato dalla regione Sicilia.
Il MIR di Palermo ha proposto di proseguire l’impegno di sostegno della società civile e della chiesa irachena, propone di sostenere il progetto di gemellaggio promosso dall’ufficioper i migranti dell’arcidiocesi di Torino in sostegno degli studenti del “BabelCollege” (bcpt-iq@urbaniana.edu),istituto di teologia aperto a cristiani di diversa confessione con docenti anche musulmani.
Il MIR di Palermo ha proposto in oltre l’avvio di un progetto di gemellaggio attraverso lo scambio di disegni dei bambini di Baghdad e di Palermo e Torino.
I materiali raccolti dal MIR Sicilia saranno inseriti in un CD ROM a cura del MIR di Padova nel quadro delle iniziative sul decennio per la nonviolenza deliberato dall’ONU.
L’idea di collaborazione nasce dalla consapevolezza dei rischi umanitari cui sono esposti i cristiani iracheni in conseguenza dell’occupazione militare degli USA ed alleati.
Nel contempo il progetto analogamente al progetto “the IRAQ Photo Project” del FOR USA, mira a modificare la percezione del nemico cui si è indotti dai
mass-media, evidenziando comete vittime dello stato di guerra non siano solo tra i musulmani sempre più criminalizzati da una crescente campagna di odio
xenofobo.
In tal senso si è potuta avere una collaborazione con le strutture missionarie diocesane della chiesa cattolica e – localmente- anche con gli analoghi progetti dell’azione
cattolica.
Parallelamente all’impegno nei gemellaggi ci si è impegnati per diffondere informazioni sulle attività dei Christian Peace Team, e per la liberazione dei loro 4 sequestrati.
Christian Peace Team che per altro conoscono i sacerdoti e le chiese con le quali siamo stati in corrispondenza .
In seguito il MIR si è impegnato per la liberazione dei sacerdoti sequestrati , attivando un appello internazionale (http://www.petitiononline.com/iformir/petition.html
) per la liberazione di P. Saad Sirop Hanna (http://releasefathersaad.blogspot.com/).
Sottoscritto da diversi sacerdoti e teologi di diversa nazionalità : numerosi caldei ma anche, carmelitani, francescani, benedettini,cistercensi, gesuiti, salesiani, saveriani, comboniani. Provenienti da oltre 38 nazionalità.
Adesioni da: Australia,Belgio,Canada,Danimarca,Francia,Germania, Gran Bretagna, India, Iraq, Irlanda ,Italia,libano,Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda ,Palestina,Perù,
Sierra Leone, Slovenia, Svezia, Svizzera, U.S.A., etc.
Adesioni anche riformate ed ortodosse, ma anche musulmane , buddiste e non solo.
Tra gi aderenti:Hans von Sponeck (Germany) dal 1998 al 2000 coordinatore delle Nazioni Unite in Iraq del programma “Oil for Food”,dimesso nel 2000 denunciando l’embargo all’ Iraq. Docente di demografia e antropologia, ha lavorato per più di trent’anni per l’Onu.
E Yonadam Y. KANNA (Iraq) segretario generale del Movimento democratico assiro (Zowaa),
Varie le adesioni dell’IFOR tra cui David Mumford ( International Coordinator) e Maria Antonietta Malleo ( IFOR representative at UNESCO).
Francesco Lo Cascio
segreteria@miritalia.org

[i]
La presenza cristiana in Oriente ha radici antichissime. I cristiani di questa parte del mondo, che va dall’Iraq fino all’India, si definiscono “figli di san Tommaso”. Infatti l’Apostolo Tommaso, dopo la morte e Risurrezione di Gesù, partì da Gerusalemme nel 40 d.C. ed evangelizzò negli anni 42-49 tutte le popolazioni del Medio Oriente (i
Parti, i Medi, gli Ircani, i Battriani, i Margiani) che abitavano i territori degli odierni Iran, Iraq, Afghanistan e Belucistan.
I cristiani di oggi sono discendenti di quelle popolazioni che non si convertirono all’Islam nel VII secolo, ai tempi della conquista araba. Il 70% dei cristiani
iracheni appartiene alla chiesa Caldea (cfr dossier dell’Agenzia Fides).
In tutto i cristiani sono circa 800.000, pari a circa il 3 % della popolazione, suddivisi in cattolici e ortodossi. I protestanti sono giunti in Iraq da pochi anni.
Fra le diverse comunità cristiane esiste grande armonia proficua collaborazione: ad esempio il “Babel College”, Facoltà Teologica Caldea a Baghdad, è frequentata da seminaristi , sacertdoti e religiosi dei diversi riti cattolici e ortodossi.
– Caldei
Costituiscono la larga maggioranza dei cristiani locali. A Baghdad c’è la sede del Patriarcato. IlPatriarca di Babilonia dei Caldei è Sua Beatitudine Raphael I Bidawid che è
affiancato nel suoministero pastorale da due vescovi ausiliari, S.E. Mons. Emmanuel-Karim Delly e il neo nominato S.E. Andraos Abouna. L’uno segue le attività pastorali, l’altro ha l’incarico di Vescovo diCuria,con responsabilità organizzative.
In un contesto di maggioranza islamica, la Chiesa Caldea vive e celebra la sua fede con grande vitalità, dedicandosi soprattutto alla catechesi e all’educazione: a Baghdad
esiste un Seminario Patriarcale e da poco è stato fondato il Collegio di Babilonia, un Collegio Patriarcale, affiliato alla Pontificia Università Urbaniana, che fa capo alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli,nel quale con gli studi teologici e filosofici si formano seminaristi e laici che operano in quei territori.
Va notato che, essendo il venerdì il giorno di festa settimanale nel paese (secondo il calendario islamico),le parrocchie fanno il venerdì incontri di catechismo per i bambini, e
giovani e adulti il venerdì. Da alcuni anni esiste altro Centro dove i laici possono studiare teologia e filosofia,divenendo catechisti e collaboratori dei parroci. La domenica in Iraq è un giorno lavorativo: quindi nelle chiese si celebra la Santa Messa al mattina presto e la sera, alla fine della giornata lavorativa.
La parrocchia gioca un ruolo importantissimo per i cristiani caldei: essa è l’unica realtà in cui possono esercitare e vivere la propria fede. Per questo il lavoro pastorale è prezioso: oggi è fiorente,anche se vi sono difficoltà economiche. Le parrocchie, infatti, sono state costruite secondo le possibilità della Chiesa, ma oggi, con la crescita numerica delle comunità, le necessità sono aumentate.
La comunità caldea, fervente nella carità, assiste numerose famiglie povere, cristiane e musulmane ,nella sopravvivenza, distribuendo ogni mese cibo, vestiario e aiuti di vario
genere.
Nella liturgia caldea la lingua ufficiale è l’aramaico, in quanto già lingua liturgica, teologica e classica del Cristianesimo di tradizione semitica. Ma poichè l’arabo è parlato
correntemente dai fedeli e dai giovani e perchè la lingua aramaica non è completa nei sinonimi e nella terminologia, la celebrazione della Santa Messa è bilingue. Il catechismo si fa in arabo, tranne che sui villaggi montuosi del Nord, dove si usa la lingua parlata sul posto, l’aramaico .
In Iraq vi sono pure due comunità di religiose Caldee: una delle Suore del Sacro Cuore e l’altra delle Suore Caldee Figlie di Maria Immacolata. La Chiesa Caldea ha anche
un’istituzione monastica-missionaria: i monaci caldei iniziarono aprendo conventi e si occuparono l’evangelizzazione nelle zone montuosa nel Nord dell’Iraq, come ancora accade oggi, facendo apostolato nei villaggi curdi, insegnando nelle scuole e facendo catechismo. Poi sono scesi a Mossul e infine a Baghdad, dove oggi c’è la sede del Superiore Generale. La congregazioni ha oggi quattro conventi in Iraq e uno a Roma, una missione in America.
I cristiani di rito caldeo in Iraq sono oltre 500mila, altrettanti sono disseminati nel mondo.
– Latini
Da circa tre secoli un nutrito gruppo di missionari latini lavora in Iraq: religiosi e religiose, che sitrovano a Baghdad e nel nord del Paese, sono impegnati nella pastorale in
parrocchie locali,operando per la catechesi di ragazzi e giovani, nella celebrazione dei Sacramenti, nelle attività disolidarietà con i poveri.
I missionari di rito latino imparano a parlare la lingua araba e a conoscere latradizione liturgica e rituale Caldea, immergendosi pienamente nella cultura locale.
Sono presenti in Iraq, i Padri Redentoristi, i Domenicani, Carmelitani, Salesiani, i monaci AntonianiCaldei provenienti dal Libano. Per le congregazioni religiose femminili, vi sono: le SuoreFrancescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria; le Suore Domenicane della Presentazione della Vergine di Tours, che fra l’altro gestiscono l’Ospedale di San Raffaele a Baghdad; le SuoreDomenicane di S. Caterina da Siena; le Piccole Sorelle di Gesù; le Missionarie della Carità che,lavorando secondo il carisma di Madre Teresa di Calcutta, si occupano dei bambini portatori di handicap. A capo della piccola comunità cattolica di rito latino (2.500 persone), presente per lamaggior parte a Baghdad, c’è l’Arcivescovo Mons. Jean Benjamin Sleiman.
[ii]
licenziato in Sociologia nell’Università di Lione II (Francia), ha conseguito il Magistero in Scienze Sociali nell’Università libanese di Beirut ed il Dottorato in Antropologia sociale e culturale all’Università di Parigi V (Sorbonne). Definitore Generale dell’Ordine dal 1991 al 1997, è stato quindi rieletto per un altro sessennio fino al 2003; tra l’altro, ha insegnato Scienze Sociali all’Università San Josè dei Padri Gesuiti di Beirut e Antropologia sociale e culturale al “Teresianum” di Roma
[iii]
. Il P. Priore della nostra Comunità di Baghdad scriveva: “Qui, attendendo ciò che ormai sembra inevitabile, abbiamo preso un certo numero di misure di sicurezza e di prudenza, ma che sono certamente ridicole davanti a quello che succederà. La comunità nel suo insieme è disposta ad affrontare gli avvenimenti con fede nella protezione del Signore. Ci ricordiamo del 1991, quando solo un vetro è stato rotto. Una riunione di comunità in questi giorni deve trattare la questione:può darsi che uno o l’altro voglia trasferirsi altrove, e io non mi opporrò. Certamente non si può prevedere quello che succederà: anche la storia, anche se ci dà delle lezioni, non si ripete mai. Così contiamo sulla vostra preghiera e su quella di tutto l’Ordine in queste ore difficili. Che la recente visita delle reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino (che ho avuto l’onore di accompagnare da Beyrouth a Baghdad, e poi a Bassorah, Mossoul e Kirkuk, ed infine a Parigi) possa sollevare le sofferenze del nostro popolo così provato. Salutate il padre Generale e trasmettetegli la nostra filiale devozione e la decisione di restare fedeli al nostro posto a Baghdad, qualsiasi cosa succeda. Che il Signore
e N.S. del Carmelo ci aiutino in questo, per il bene della Chiesa e dell’Ordine.( Fr.Michel De Myttenaere, ocd , Superiore OCD in Iraq.) La presenza
carmelitana in Iraq (nell’antica Mesopotamia) risale al lontano 1625, quando P. Paolo Simone – il Preposito Generale di allora – aprì ufficialmente la prima casa a Basrah. Nel 1731, P. Emmanuele di S. Alberto ottenne dal Sovrano di quello che è l’odierno Iraq, il permesso di aprire una seconda casa a Baghdad. Dopo varie vicende storiche, la missione dell’Iraq venne affidata alla Provincia di Parigi. Sin dall’inizio i Padri si sono impegnati in modo particolare nel campo dell’educazione e della promozione della spiritualità Teresiana fra i cristiani latini dell’Arabia. L’Arcidiocesi Latina di Baghdad abbraccia tutto il territorio irakeno. L’attuale Arcivescovo, Mons. Jean Sleiman, è il quindicesimo vescovo Carmelitano Scalzo a guidare i cristiani in questa porzione di Chiesa.
[iv]
La nascita della Chiesa Caldea Nel XV secolo alcuni nestoriani si riunirono alla chiesa di Roma con il concilio di Firenze (1339- 1342), e furono denominati caldei per la prima volta dal Papa Eugenio IV il 6 luglio 1445.
Bibliografia
– Habbi Joseph, La Chiesa dell’Oriente (in arabo), Baghdad 1989.
– Abuna Alber, Storia della chiesa orientale (in arabo), Mosul 1973.
– Yateem Michael, Storia della chiesa orientale (in arabo), Halab 1963.
– Qasha Suheel, Storia dei cristiani nell’Iraq (in arabo), Baghdad 1982.