Le armi non portano mai la pace
Esprimiamo la nostra preoccupazione per il susseguirsi di interventi militari nell’area del Mediterraneo.
La crisi libica avviata dalle azioni di bombardamento, che hanno determinato la caduta del regime di Gheddafi, non ha portato ad una risoluzione dei problemi del paese.
Suscitando piuttosto, le condizioni per una successiva azione militare nel Mali, per intervenire contro le milizie sconfitte in Libia e rientrate nel paese.
Le armi non portano mai la pace.
Le azioni militari nel Medio Oriente e in Iraq e Siria in particolare, giustificate con la presunta minaccia di armi NBC (poi rivelatesi falsa), hanno avviato una crisi senza alcuna soluzione, che ha posto le condizioni per l’affermarsi dell’Isis, supportato da diversi paesi dell’area.
Temiamo Che questi scenari di guerra, non possano che arrecare ulteriore danno alle migliaia di profughi in cerca di asilo.
Le misure civili di “search & rescue” hanno oggi più che mai la loro ragion d’essere, nell’ambiguità dell’azione della presenza militare, che, dietro uno sbandierato intervento “umanitario”, hanno come sempre una mera finalità bellica, con ulteriore rischio per la vita dei civili, ridotti al rango di “casualities”.
Auspichiamo pertanto il consolidarsi di un processo politico che possa ridare pace alla Libia ed all’intera area mediterranea.
Auspichiamo che l’impegno contro ogni forma di violenza e terrorismo, trovi soluzioni a partire dalla interruzione delle forme di supporto logistico, finanziario, militare, senza il quale non potrebbe sostenersi e svilupparsi.
Auspichiamo il sostegno della società civile dei paesi dell’area, nel rispetto della sua autonomia, della tutela dei diritti umani, per l’affermazione della democrazia, richiesta dalle primavere arabe, che oggi si vuole soffocare con la violenza, in nome d’interessi, tutt’altro che religiosi, spesso meramente economici e geopolitici.
Francesco lo Cascio
p. MIR Palermo
Fulvio Vassallo Paleologo
p. ADIF – Associazione Diritti e Frontiere